Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

Lì si formavano le « avanguardie operaie», ma, continua­ va Luis Martin, « la gente, il resto, quel che insorruna faceva popolo, aveva ancora paura. Pat11ra del rpresente e ancora più del passatoi che poteva to r nar presente» (97). (Rossana, certo, ricordava Xavier e il « fracaso » della grande huelga del '59). Le cose sarebbero andate press'a poco così, come ' di­ ceva il suo runico. I dubbi e gli interrogativi, che si era portata via dalla Spagna, Rossana li espose nei suoi« bra­ vi rapporti» al partito e nel vivo di discussioni coi com­ pagni, increduli e infastiditi: non fecero che lavorare alla lacerazione e al distacco. E intanto, su quella Spagna « rattrappita, scura, rossa e gialla, povera, bieca, soffe­ rente, non rimarginata, non rimarginabile» (108), si for­ mava« una sorta di Cosa», come un incubo da non ride­ stare, composto di passato spagnolo e di fantasmi eu­ ropei, saggiamente evocati. « Come se bisognasse badare a non svegliare qualcuno, qualcuno di non pe:rfottamente definito ma minaccioso, più che un gruppo o un uomo ·una sorta di Cosa che, ridestata, si sarebbe coagulata ,precipitosamente in 1sangue e 1catastro­ fe. » (131) La Cosa sorvegliava la nascita della nuova Spagna, la patrocinava in qualche modo. La Spagna profonda _ « si muoveva, mentre il vecchio dittatore ancora tirava i suoi fili», e rinasceva« saggia, mediatrice; nasceva come Fran­ co moriva, per passaggi possibilmente impercettibili » (131). Molti incubi non sono ora anche tra noi? Non ci ri­ porta la memoria del viaggio - il suo stile di racconto e decifrazione - alla distesa uguale della lunga pausa 124

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