Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
« Parlammo di altre ·cose comuni, un passato terribile. Era ,politica? Erano ,vite, uomini consapevoli di rappresentare una storia molto lunga e :senza paragoni, probabHmente irti petibile. » (36) Era carne di una politica: quei tre erano la rivoluzione incendiata e perduta. « Ora interrogavano la ,storia, ·senza più esecrazioni, senza speranz;e. » Non facevano politica - « Quanti siete, volete dirme lo?» « Siamo ottantacinque ... E' molto difficile essere in ottantacinque » -, potevano essere presenti: « Mandarono a Roma un appello, ,semplice. Ammesso che quella conferenza di ,aprile .fosse un fatto storico, cosa di cui dubito, fu in essa il solo fatto storico. Cui nessuno dette peso, ,come succede con ,le tragedie che ,si possono dimenti care.» (37) Facevano politica, movendosi, senza incontrarsi, nel l'ambiguità come nel loro elemento, tutti gli altri gruppi clandestini; anche l'opposizione cattolica di sinistra. il cui leader, a Siviglia, accennò a R. progetti imparati, nel suo « gra11_de studio . scuro di professore e avvocato», e messi insieme con polvere di astrazioni e brandelli di una realtà che stava altrove, forse in Italia. Il comunista Xavier · pativa la politica che doveva fare. Pativa i segni che erano venuti dallo sciopero del '59, il quale « fué un - fracaso tremendo» - « una sconfitta ter ribile», « una disfatta» -, quei segni che non voleva discutere e capire il suo partito. Con Xavier, quell'« alto gufo » (che ora, « uscito o cacciato » dal partito comuni sta spagnolo, scrive ed è « la penna più lucida di Spa gna»), R. cominciava ad avvicinare e a riconoscere l'er rore. Con poche parole, scambiava con Xavier alcuni ele menti di una consapevolezza, che poi avrebbe scambiato anche nei colloqui con Federico Sanchez, a Parigi, sulla 121
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