Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

il punto d'arrivo», e pareva che neppure quella nuova barbarie si potesse affermare e augurare, « sibbene ciò che non · si era mai visto, ciò che non era immaginabile, bene o male che fosse» (C., 91). Sopra il viaggio di un principe sembra arrestarsi in una attesa senza speranza, C;lubitare anche della speranza che s'alimenta nel quotidiano, della fantasia che ha se­ guito e alimentato con amore nella povertà, della ra­ gione che qui ha conosciuto. Così il racconto __: con forza, in un punto d'angoscia - penetra il nostro tempo, come le radici di quel suo albero la terra allagata e gelata. Da questo punto s'allontana il racconto di R., che co­ nosce la minaccia dei sogni della ragione, ma ora patisce specialment�, e sorveglia con fondo timore, il peso e il fermento del suo sonno. Come faceva nel viaggio, anche nella sua memoria e decifrazione R. si prova, tratto per tratto, nella ricerca di una forma, perché è convinta che, se è rovinosa la sfida dei sogni della ragione, è pur ne­ cessaria la costanza di ideare e sostenere un progetto, di provvedere nel presente - con scelte e comportamenti realistici e pazienti - al futuro, il quale non viene sper­ perato e non circola in una spesa di « niente» e di « vuo­ to», se si ragiona a un cambiamento e si pensa alla pos­ sibilità di realizzare uno scopo, di raggiungere la terra di qualche obbiettivo. Smarrirsi nella ricerca e continuare a sostenerla: stanno in questo il senso e la « dura educazione» di quel viaggio. « Ecco quel che avevo incontrato, un paese che non si sapeva · più ,penisare peI'Ché non poteva più pensar di cam­ biare.» (139) Gli anni della guerra civile sono lontani, ma il mas­ sacro - quel massacro · - è ancora qui, al margine di ogni giorno: è stato ieri, può essere domani. Così hl re­ latività del tempo, nella Spagna che Rossana percorreva, 119

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