Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

l'estensione della «fissità», ovunque «pozze marcescen­ ti, più fertili di microbi che di ninfee» (134). · La materia e la trama della memoria sono, in ogni punto ed elemento, raffrontate con la nostra realtà: per­ ché questa: memoria è anche riconoscimento e decifra­ zione del presente. Il movimento interiore della scrittura e del racconto si può esporre con questa traccia: nel pre­ sente affiorano . coscienza e inquietudine e si compongo­ no e s'annodano nel corpo d'una memoria, corrono al passato - quel viaggio da raccontare-, e nel riportarlo qui, nel sondarlo coi loro segni, provano che non c'è più elemento e varco di confine. Anche la doppia inutilità del viaggio («non era servito a nulla per gli spagnoli, ed a me aveva fatto intravvedere un paese in un momento informe», 130) si ritrova qui, nella coscienza di una for­ ma da cercare, nella paura della «lunga pausa»: « perché che cosa avevo incontrato in quel rviaggio se non l'impossibilità di capire in forme vecchie e finafferrabilità d'una qualsiasi forma nuova?» (138). Anche la memoria del principe del racconto affiora sulle acque stagnanti dì una terra e di un tempo d'inon­ dazione. Ma il viaggio del principe si svolge nel presente del racconto 9 , solcando questa desolazione: e la memoria è un peso da portare dove le acque · hanno distrutto « non solo i segni del passato ma anche l'impostura e le illusioni del futuro» (83). Non c'è frontiera da superare, non ci sono varchi, solo guadi da una plaga devastata a un'altra. Colui che compie questo viaggio - il giovane principe triste e ignavo - è assolutamente immune dalle tensioni, dal percorso, dal movimento dell'eroe. Ovun­ que la stessa desolazione, non c'è altro da guardare, nes­ sun posto dove andare. La stessa casa, che il principe raggiunge al termine della prima giornata di viaggio, la casa · vuota, porta segni di fuga e di morte, emerge dalle 113

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