Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981

rozza) custodiva e ora si porta dietro in una valigia di cuoio - « uomo di poca fantasia», con gli altri come lui peste di questa terra. Anche il principe aveva colpa nel disastro: aveva coa­ bitato con i sogni di perfezione . del nonno, nella sua « ignavia» aveva accettato quei sogni, che popolavano la grande casa, e attorno segnavano la terra e l'aprivano con le loro geometrie, fino a quando, di là « dove più fitti erano stati piantati pali e poi tracciati sentieri», dalla collina squarciata, irruppe l'« onda di piena». Que­ sta giornata di viaggio per plaghe immote nel gelo sarà anche, per il principe, penetrare, per acqua fango ghiac­ cio, e comprendere nel profondo la . colpa di « avere vis­ suto fino al momento del disastro e della fuga con qual­ cosa che non lo concerneva» (119). Già la preghiera che sta recitando, nell'« ora che precede il giorno», è ricono­ scimento e penitente accettazione della verità: « Perché, Dio signore, io non ti amo per quello che mi dai ma per quello ·che non vuoi darmi, non ti amo per quello ohe 1so di te, o credo di sapere, ma per quello che non so. Sta '1ontano da me quando mi oe:cupo delle cose di questa tet,ra, affidami invece alla mutevolezza del caso, all'impre­ visto, alla solitudine., alla mia -debolezza, alla mia incertezza, ai miei dubbi, ailila mia tristezza» . (27-28). La verità è lì, nella distruzione portata sulla terra dai sogni della ragione, dalla « follia distruggitrice dei prin­ cipi illuminati da Dio, che volevano imporre al mondo l'ordine del bene e della salvazione», è in quello che re­ siste, perché « radicato profondamente nella terra, estra­ neo ai sogni e perciò vivo», e che il principe nel viag­ gio comincerà a imparare, vedendo « un grande albero spuntare dalla distesa» o mangiando semi « aspri e du­ ri», scovati nel fango sotto la crosta di ghiaccio da uo­ mini che potrebbero ucciderlo e invece gli daranno « da mangiare e bere»: quei semi, in « un piatto di legno», 107