Il piccolo Hans - anno VIII - n. 31 - luglio-settembre 1981
la ciasse dominante», come per il personaggio immagi nato da C., che fissa l'immagine del passato fuggendo dentro un presente di rovine, bisogna redimere nel peri colo un tempo e l'altro insieme, perché anche i morti dovranno essere messi al sicuro dal nemico, che « non ha smesso di vincere» 6 • Il pericolo si manifesta in forme e alterazioni di ma lattia, sta in incubazione in un presente malato, e vuol dire che molte altre minacce non sono state sventate. Per il principe questo pericolo è l'estremo: « Di questo male, aveva ragione il pellegrino della capanna, moriva l'epoca nella quale anche lui e anche l'ultimo princip.e vivevano e vagavano e fuggivano» (153). R.: « somiglia ad una appena addomesticata peste» (137) C.: « peste di questa terra, zecche sugli orecchi dei cani, tafani su.Ha pelle dei cavalli» (29). La peste, di cui parla R., è la « lunga pausa» di que sto tempo, in cui sembra spegnersi anche la ragione che ricerca una forma,« non come Verità, ma come progetto, che è un assai più laico e critico tentativo di organizzare l'infinità del reale in uno schema di interpretazione e di cambiamento» (136). Ora R. si domanda « Cos'è una società che ha cessato di pensarsi?» E, mentre si di batte, « in cerca dei pochi che credano alla necessità di una forma», e che vogliano impiegare la loro ragionevole fatica e tutto il tempo di cui dispongono contro la ma lattia del presente, scandaglia e concreta il suo timore « di questa lunga pausa, della fuga, del ripiegamento, dell'acciecamento o del sonno», e considera che, se quel lo che pensa di sé una società « non sempre, o raramen te, corrisponde alla verità del suo essere» (vorrebbe dire, si scusa, « dell'essere sociale»), « corrisponde però sem pre alla verità · delle sue intenzioni di conservazione o 104
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