Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
Ciò che lega la pittura al profondo è il suo mosurarsi in superficie. Come la pittura, l'enigma è ,una metafora amputata. Come per la pittura, è la sua superficie che va letta: che va vista. Come la pittura, l'enigma è una figura che risolve il _ pro fondo in superficie. (E' la pittura, che porta un residuo della cultura per enigmi delle origini?) Diceva il clown tedesco: « Non cerco in questo punto perché sia qui che ho perso ciò che ·sto cercando. Cerco qui solo perché qui c'è luce». Si dipinge dove c'è luce. Spinoza: « Un affectus che sia passio, smette di essere passio non appena ce ne formiamo un'idea chiara e distin ta». Spinoza dice, prima di tutto, che l'ideare chiaro e di,stinto lavora sulla oscurità e sulla indistinzione della passio. Quello è il suo oggetto. E la distinzione che prende forma in quella chiarezza ha l'aria di una figura che a poco a poco si mostra, ,si svela alla vista. Sbaglio, ,se a proposito di que sta frase di Spinoza mi viene in mente il detto di Freud « Là dove era l'Es l'Io deve divenire»? (Ma oggi il buio e l'indistinzione sembrano una meta turistica, uno stato privi legiato... il punto d'arrivo... E' come se la volontà di laica po tenza avesse un prezzo troppo . elevato). « Ciò che abbiamo visto e preso lo abbiamo lasciato. Ciò che non abbiamo né visto né preso lo portiamo con noi». E' l'enigma che i pescatori propongono a Omero. Omero · muore per non aver saputo interpretarlo. La soluzione - lo spunto - dell'enigma, è: i pidocchi. Così è nella pittura con le cose dipinte. Sono lasciate. E' ciò che non è stato dipinto che portiamo con noi. Per questo si continua a dipingere. Nella « Vocazione di San · Matteo» di Caravaggio, Cristo appare · nella taverna. Tutti i personaggi · seduti intorno al tavolo si voltano dalla parte dell'apparizione, ma nessuno guarda Cristo. Guardano tutti la luce che entra nel quadro 96 ,,
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