Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
Che cosa vuol dire? Non vuole dire niente. Vuole mostrare. Nella totalità, prima della ,separazi(JJile, non si dà quan tità. Si dà soltanto qualità. E' questo che rende in ,realtà indefinibile con parnle il significato · della parola qualità. FoDse la qualità « è» proprio l'indicibUe (il non _!.Sepai:rabile in parole), il ricordo di un fondamentale valore preverbale. Ogni segno, ogni pennellata, cancella una parte -del foglio, della tela. E' anche un infinitesimo - tentativo di sostituzione. L'illusione di abolire la distanza, appunto. Le figure sono le ombre delle cose portate dalla luce del, lo sguardo. II rappresentare per immagm1 1 il fare figure, si fonda sulla nostalgia: sul dolore per la lontananza. La figura è sempre vicaria. La dimensione della · nostalgia è nel porsi del mito della partenza come mito del ritorno. Noi sappiamo che in qualche modo la luce « ha a che fa re» con il buio. E allora, <lato che ogni d,ipinto ' ha a che fare con la luce, possiamo dire che attraverso la ,luce la pit tura ha a che fare con il buio? , Esse.re: è il nome dato <li volta in volta al grande corpo totale che si allontana, mutato in figura. II nome cambia perché il chiamato non risponde: non ritorna. L'immagine che appare sul fotogramma non è altro che il residuo di ciò che la fotografia produce: e cioè l'elimina zione di tutto quanto lega l'oggetto al « fluire dell'esistente». Muybridge, scomponendo in immagini la corsa di un uomo, distrugge letteralmente 11 courere, Io elimina, Io annulla. 93
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