Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
Per il bambino, il grande corpo - die si è fatto corpo di un altro - diventa figura allontanandosi. Farse è in questo punto che davanti al bambino precipitano tutto lo spazio e tutto il tempo. Forse potremmo dire: è qui che precipita tutto il pasisibile della cultura. Qui dove si fonda la necessità categorica della :rappresent a zione. Dove si apre lo spazio e sgorga il tempo: la ,scena; la tragedia, la sua nascita nella distanza. Qui l'occhio nasce selvaggio. (L'occhio non si abitua mai alla solitudine.) Nello spazio aperto dalla separazione ongmaria, quando il bambino si stacca dal corpo della madre, e lo vede allon tanaJJ:1.Si : in quello ,spazio posa l'ari,a che consente a ogni lin guaggio ·di respirare. Le parole chiamano la figura che ·si allontana dopo la se parazione: cercano di chiamarla ' indietro. Le immagini ce ne :riportano il simulacro, la figura. Parole e immagini sono gli organi della nostalgia. La pittura non vuole « riprodurre » né il c01rpo né la fi gura. Vuole produrre ciò che separa il corpo dalla figura. Dal momento della prima separazione - della separa zione originaria - ogni figura è vista nell'atto di allontanarsi. La pittura va in caccia di cose ·simili. La parola si stabilisce, nella di,stanza. J . 1 suoni e le figure dipinte possono anche illudersi di colma,rla, di abolirla, quella distanza. L'occhio non fa che misurare distanze. Quello che diciamo « v,a fu.ori » di noi. Quello che vediamo « viene dentro » di noi. 92
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