Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

ragazzi, o di gadget per ufficio, sostituito ogni volta che si può da una segretaria o da ben più comodi « regi­ stratori ». Si direbbe che il suo uso più duraturo e pre­ ctso (un po' lo dimostriamo qui noi oggi) sia proprio quello che ne ha fatto Freud. Vien da chiedersi perché il « notes magico » non ab­ bia fatto molta strada, mentre molta moltissima ne hanno fàtta i diversi tipi di Lanterna magica. Sembre- . rebbe di poter rispondere: per la complicatezza · della sua suggestione e per la scarsa economicità di fondo. Da piccolo, ricordo' infatti di aver ammirato come magico, nel perfezionato.« wunderblock » presto regala­ tomi, l'apparire della scrittura (azzurrino mi pare) senza bisogno di un inchiostro. Più che la possibilità infinita di cancellare lo scritto e di riutilizzare quel foglio, mi affascinava come una sensazione di « far apparire io » quella scrittura quasi ricalcandola su una traccia, quasi facendola emergere da un repertorio immenso di cose già scritte sotto quel fogliolino sottilissimo. Ma poi, · scrivere lì sopra non mi piaceva: forse l'angoscia di can­ cellare per sbaglio (in alcuni di quegli aggeggi; difettosi, il foglio di superficie dopo un po' si sollevava da solo, e tutto si cancellava automaticamente), · e, principal­ mente, quella sensazione che fosse solo un notes, grande o grosso ma comunque solo una limitatissima pagina con bordi e limiti ben precisi; la quale - massimo mo­ tivo di disamore per un bambino che cominciava a di­ vertirsi a scrivere - una volta piena doveva per forza essere cancellata, se si voleva andare avanti. Così, quanto al giocare preferii presto le carte carbone, il loro · comodissimo « copiare », o anche il loro riprodurre il . rovescio della scrittura sÙl rovescio del foglio quando sbagliavo a metterle. La « magìa » del notes magico mi sembrò insomma rapidamente limitata e méschina. Sì, mi piaceva moltissimo anche lo scomparire lieve e muto dello scritto, · ma ero davvero un po' annoiato dai limiti 65