Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
lettera del testo e fingendo di leggete cOme mancanza . quella che è solo una sintesi logica, posso trovare nella Nota sul notes magico quasi una descrizione, appunto letterale, di quel che mi è successo. E' una frase in cui Freud parla della «scrittura» in generale, come attività di supporto per la memoria: Non ho che da ricordarmi il luogo in cui il «ricordo» così fissato è stato posto al sicuro, per poterlo «ripro durre» in ogni momento e a mia discrezione, e così sono sicuro che sarà rimasto inalterato, essendo sfuggito alle deformazioni che forse avrebbe subito nella mia memoria. «Non ho che da ricordarmi il luogo...» sottintende, è ovvio... una successiva «lettura» di ciò che è scritto in quel luogo, ma adesso mi pare divertente che, nella separatezza cui costringo la frase citata, non si faccia un cenno diretto (e indubbiamente superfluo) alla let tura stessa. · Infatti, mi è sempre parso che l'attività soggettiva dello scrivere tenda a essere «ricordo» per gli altri , un darsi da ricordare e da leggere agli altri, al tempio, al · padre, alla madre; ma, per sé, un dimenticare, un per-· mettere la diinenticanza continua, sicuri che non si di menticherà fino al fondo dell'oblìo, perché tanto in quel luogo, in quel foglio... - Scrivere per «ricordare», sì, che diventa - assicurata la possibilità del ricordo - scrivere per dimenticare (dimenticare di aver dovuto scrivere). Dell'esempio del «notes magico» di Freud mi col pisce ogni volta che ci penso o lo leggo la sua pertinenza di discorso (in Freud) ma soprattutto la sua «margina- · lità sociale» e quasi irrilevanza, rispetto agli altri esempi (in genere di apparecchio ottico) che Freud aveva in pre- . cedenza utilizzato come immagini analogiche dell'appa rato psichico: Il notes magico è una macchinetta che esiste ancora, ma ridotta definitivamente al rango di divertimento per 64
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