Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

raccoglie gli oggetti o i termini individuali lasciando pe­ raltro cadere le- loro apprezzabili differenze. « Sono tutti numeri! » diciamo allora, assimilando numeri naturali e numeri interi positivi: cancellando, cioè, con una mos­ sa millantatrice la differenza che sussiste tra il dire - « due uomini sono entrati nell'Istituto ' Paolo Pini ' » e il dire « + uomini sono entrati nell'Istituto 'Paolo Pini' ». « Sono tutti numeri » diciamo, · occultando la circostan­ za che mentre per la moltiplicazione la legge della mo­ notonia vale illimitatamente, nel caso invece dei nume­ ri interi (positivi e negativi) quella legge subisce delle restrizioni. « Sono tutti numeri » continuiamo a dire, come se le varie estensioni del concetto di numero fos­ sero delle semplici specializzazioni di un unico concetto identico e ripetitivo, cioè il super-concetto di numero. Ci illudiamo dunque di trattare sempre della stessa cosa nonostante la circostanza che mentre ai . numeri reali razionali attribuiamo le proprietà ricorsivamente me­ diante il principio di induzione matematica, quando ab­ biamo invece a che fare con i numeri reali irrazionali dobbiamo stabilire le loro proprietà mediante proce­ dure di calcolo, con i procedimenti al limite. Nella no­ stra tradizione ha dominato l'assunzione che, nelle varie forme del sapere, le nostre operazioni linguistiche e co­ gnitive non consistano in altro se non nell'incessante e monotona ripetizione di un meccanismo concettuale che da sempre è predisposto come un antefatto che an­ ticipa . ogni nostra possibile mossa o impresa intellet- tuale. Questa assunzione . ha dominato nel piccolo e nel grande: 1) nell'espressione minima e accidentale che sfiora il lapsus come quando diciamo << i numeri razio­ nali hanno le tali e talaltre proprietà » quasi che i nu­ meri razionali fossero degli oggetti che sussistono pri­ ma e indipendentemente dalle proprietà del loro simbo­ lismo; 2) oppure quando Cantar ha proceduto a <limo- 6