Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

Il notes magico di Marcel L'asma, la perversione, l'intensità ambivalente del rap­ porto con la madre, gli anni di volontaria reclusione in una stanza artificialmente isolata dai rumori del mondo. Ve n'è certo abbastanza per far nascere la tentazione di una delle tante biografie - o dei tanti profili - psico­ analitici, che, soprattutto dopo la vasta eco del Poe di Marie Bonaparte, hanno costituito il piatto forte di una critica che si dice psicoanalitica, scambiando, ritengo, l'uso che Freud ha fatto di testi letterari per le sue ricer­ che di psicoanalisi con tutt'altra cosa; con un metodo, cioè che in ultima istanza non può che adoperare le ca­ tegorie psicoanalitiche come se fossero categorie psico� logiche, mentre in ogni caso, come avvertiva Freud, non possono essere « intese a spiegare il genio di un autore». Messa in guardia tanto più significativa, in quanto appo­ sta, appunto, al libro su Poe di quella che Freud conside- rava una sua «pupilla», nelle poche righe di prefazione che egli vi dedicò. In piena coerenza, del resto, con la dra­ stica affermazione del saggio su Dostoevski e il parricidio (1927) (Op., X, p. 521): « Purtroppo dinanzi al problema dello scrittore l'analisi deve deporre le armi». Ma si trat­ ta di una « confusione» dura a morire, come ribadirà La­ can nello scritto sulla Giovinezza di Gide (vi ritorneremo tra breve), ricordando come « In senso proprio la psi- 38

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=