Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

« Noi - o i nostri primitivi antenati - abbiamo con­ siderato un te:rr ;i.po come effettive queste possibilità, era­ vamo persuasi della realtà di questi processi. Oggi non ci crediamo più, abbiamo superato questo modo di pen­ sare, ma non ci sentiamo completamente sicuri di que­ ste nuove convinzioni, le antiche persuasioni sopravvi­ vono ancora in noi e sono in agguato in attesa di con­ ferma. Ora, non appena nella nostra esistenza sì verifica qualcosa che sembra confermare questi antichi convin­ cimenti ormai deposti, abbiaino il senso del perturbante, - che possiamo integrare con il giudizio: 'Ma allora è vero che si può uccidere un'altra persona col solo desiderio, che i morti rinascono e diventano visibili nei luoghi in cui operarono in vita, e altre cose simili '» 2 • I>ice perciò bene - Octave Mannoni, in questo senso: « Non c'è prima una credenza nella magia, ma prima una magia della credenza» 3 • Proverò a dare qualche esempio di altre fanne di per­ turbante, servendomi anche di testi letterari. Ne I qua­ dernv di Malte Laurids Brigge Rilke ricorda un'esperienza infantile strana e perturbante. In una sera d'inverno, quando era ancora così piccolo che per poter raggiun­ gere comodamente il piano del �avolo doveva stare in­ ginocchiato su una poltrona, si era messo a disegnare accanto alla governante. Allorché la matita gli cadde sul pavimento, si calò, « un po' turbato», sotto il tavolo e comi:µciò nella semioscurità a cercarla con una mano, che seguiva incuriosito: , << A vederla girar sola ed auto- . noma là sotto, tastoni, con mosse non mai prima d'ora notate, mi pareva fosse a conoscenza di cose, · che io non le avevo insegnate. Per ciò, la guardavo avanzare, via via con crescente interesse, preparato ad ogni evento. Ma come avrei potuto aspettarmi che, di colpo, le ve­ nisse incontro, uscendo dalla parete, un'altra mano: una mano piu grande, incredibilmente magra: una mano di cui non avevo mai vista l'eguale? Avanzava frugando, 24