Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

come insieme delle modalità e delle strategie che impe­ discono l'affermarsi di un inondo fantasmagorico, te­ nuto sotto , controllo ma sempre pronto a ribellarsi. La visione del malato mentale fa suonare segnali di peri­ colo, perché in sostan_za, de te fabula narratur. . Vi è un testo di Schelling, assai penetrante, che ebbe forse un'eco anche a livello psicoanalitico, attraverso la ripresa fattane da Eduard von Hartmann ne La filosofia dell'inconscio. , Si tratta dello Schelling della Filosofia della rivelazione: « La pazzia sale dalla profondità del­ l'essere dell'uomo, non penetra - è evidentemente qual­ cosa di esistente già in potentia, che non viene mai ad ac­ tum, è ciò che nell'uomo - dovrebbe esser vinto ma, sem­ pre mosso da qualche causa, ridiventa operante (...) Lad­ dove non vi è follia che sia regolata, non vi è nemmeno un intelletto forte, potente,· poiché la forza dell'intel� letto si dimostra . appunto nel suo potere su ciò che gli è . contrapposto » 1. Almeno · a linee tratteggiate è qui presente l'ipotesi che la razionalità stessa sia una « formazione reattiva»: quanto più dura è la lotta per dominare questo mondo disgregato della follia, tanto più la ragione è robusta. ·Essa non è dunque qualcosa di dato, un elemento pri­ mario, un presupposto, ma un risultato. Nel nostro caso è la capa�ità di controllare il perturbante. Resta la figura dello « jettatore ». La credenza che vi sia qualcuno che getta il malocchio, che provoca disgra­ zie, nasce secondo Freud dalla conferma . casuale di al­ cuni sospetti o timori, dal risorgere dell'esperienza in­ fantile per cui si può magicamente agire con la sola forza di volontà, o con fluidi ancora più misteriosi, sulle . cose. Alcuni individui catalizzano tali credenze, entrano, come i morti e i pazzi, nella catena del perturbante. 3. Del resto tali processi si riducono · tutti a conferme casuali · di quanto avevamo rimosso come irrazionale: 23

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=