Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

abbastanza elaborata, in cui vi è cioè la possibilità che · riaffiori qualcosa che non è stato assorbito e ràzionaliz­ zato completamente. 2. I fenomeni in cui il perturbante si manifesta sono quelli nascosti, secondo le parole di Freud, « sotto una scorza sottile » e cioè: la morte, la follia, la << jettatura ». Perché ci turba la ,visione dei morti, quando, da un punto di vista astrattamente razionale, · noi dovremmo sapere benissimo che "non fanno niente" e che sarebbe molto più sensato aver paura dei vivi? Perché ci turba la vista di un malato mentale o di certe persone che hanno caratteristiche fisiche, o di vestiario, particolari? Ci turba perché rimette in discussione , quanto noi abbiamo voluto negare, quelle che erano le nostre esperienze. La morte turba perché abbiamo creduto, in un certo periodo, che le cose morte potessero riani­ marsi; perché da bambini, attraverso l'.onni:potenza del pensiero, abbiamo giocato e parlato con le bambole · o con 1� cose. E soltanto in un secondo momento questa credenza è stata ripudiata. Attraverso una rimozione non riuscita completamente, si è ' capito ' che il mondo non ha un carattere animistico. Quindi ciò che è morto po­ trebbe rinascere e - secondo credenze più antiche - anche i morti possono venire a riportarci, per invidia, nel loro regno. Noi proiettiamo sui morti i nostri sensi di colpa nei loro confronti e ne temiamo poi la vendetta. La follia ci turba perché nella nostra costruzione della . coscienza, nella redistribuzione dell'energia dell'apparato psichico dopo il tramonto del complesso edipico, noi abbiamo utilizzato una strategia complessa e difficile per tener lontano tutto ciò che inquietava, che appariva come dirompente e magmatico. La follia non è, anche per Freud, un elemento estraneo, che viene dal di fuori. Il suo germe è già dentro ciascuno di noi - al pari di quello della morte - e la coscienza stessa si costituisce 22

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