Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

tion de l'énoncé, j'appellerai "énonciation" le fait meme que l'énoncé ait été produit, l'événement historique con­ stitué par son apparition /.../ Interprétér un énoncé, c'est y lire une description de son énonciation. Autrement dit, le sens d'un énoncé est une çertaine image de son énonciation.» Dunque, anche enunciati linguistici isolati dalle loro coordinate spazio-temporali, discorsive e inte­ rattive, divelti dai loro produttori e fruitori (o, per dirla alla Ducrot, locutori e allocutari) conservano in sé mar­ che indelebili, più o meno sotterranee, dell'enunciazione: intesa addirittura - in modo rivoluzionario entro la lin­ guistica pragmatica odierna - come un « doppio» di­ scorsivo dell'enunciato depositario ,del suo stesso senso. Il fatto stesso, oggi sçontato in linguistica, che ogni enun­ ciato · possieda una « forza illocutoria» che di volta in volta lo qualifica come una delle tante azioni umane possibili (ordine, domanda, asserzione, con tutti i loro sottotipi più specifici, e con le loro formulazioni dirette o, come più spesso accade nella retorica quotidiana · , in­ dirette) è allora anch'esso la controprova - come aggiun­ ge Ducrot - « que l'énoncé commente sa propre énon­ ciation en la presentant comme créatrice des droits et des devoirs». Accettata questa ' premessa teorica, che mi sembra la più consona a quel tipo di attività speciale che è il di­ scorso - speciale in quanto capace di autocommentarsi e di frangersi in questo modo in piani comunicativi sfal­ dati e simultanei - ecco che l'attività linguistica si de­ linea come una contrattazione perenne, una continua e insaziabile ricerca · compromissoria: se tu accetti il mio diritto di farti una domanda, hai il dovere di risponder­ mi; se taci o « tiri dritto» cambiando discorso ho il di­ ritto di protestare; se ti prometto una spiegazione ho il dovere di dartela (in linea di principio); se m'inviti a mentire, ho il diritto di rifiutare, e . via dicendo. Questa visione « paragiuridica» dell'attività discorsiva è dunque molto meno metaforica di quanto a prima vista non appaia. Sollecitati da questa piega del dibattito teorico, ci si può chiedere allora di che tipo sono - se vi sono - i diritti e. i doveri che permettono di riconoscere e defi­ nire enunciati di tipo allusivo, insinuante, minaccioso: . tra i più esperiti ed esperibili, quindi, nella discorsività 200

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