Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

non .bisogna fraintendere. Aloisia, · Giulia, Evelyne, Ma- . rina... Pietro, Remo ecc., non sono i protagonisti di un racconto, foss'anche poetico. Essi · sono , co:r:pi di parola, nomi appunto. E servono solo a connotare lo spazio den­ tro il quale la -poesia trasloca, dal momento che ha de­ ciso di narrare, e non dire, se stessa. Essi cioè non sono la marca di un possesso (una identità) ma segnano la li­ nea di un confine cosiché lo sconfinamento nel racconto, nel mito, nel -paesaggio, o nel vissuto immaginario risul­ ta prodotto da una estrema tensione poetica, come se so­ lo nella vertigine del limite, apunto, la poesia trovasse il luogo inabitabile del suo dire, la deiezione di una quo­ tidianità (la moneta consunta •di Mallarmé) legittimata dal fatto - e solo da questo - di poter essere detta, cioè contraddetta. L'effetto di senso che ne risulta è sottoposto a un duplice contrappasso. Né evaporazione estatica (lirico­ effusiva) né azzeramento avanguardistico, ma propaga­ zione e dispersione. La g"uerra (perché si parla anche di guerra, in questi poemi) per esempio, al cui «racconto» il testo si illumina, · bombarda e frantuma, scheggia la poesia dirupandola · là dove si generano le immagini (la memoria) mentre dalla tensione tra la dynamis del rac­ conto e la struttura sintattico-grammaticale che la osta­ cola nas.ce il movimento, ' la vertigine che ti afferra. Ma L'amore delfo parti è anche luogo dove le disiect� mem­ bra della poesia italiana contemporanea si congiungono, o tendono a congiungersi gettando - nella opacità . del suo corpo - il freddo chiarore dell'«hiver lucide». 0SWALD DUCROT Analyses pragmatiques «Communications» n. 32 Vincenzo Bonazza Nel saggio Analyses pragmatiques che apre il nume­ ro 32 di «Communications» dedicato a les acte..s de di­ scours, Oswald Ducrot scrive tra l'altro: «Par opposition à l'activité linguistique, qui est le processus de produc- 199

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