Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
re la difficoltà alla mise-en-scène. Koht (il biografo di Ib sen) affermò che si trattava della commedia meno tea trale scritta dall'autore. Questo perché la commedia-so gno di Ibsen tende decisamente alla 'cinematografabilità'. Altman è probabilmente il fonditore di bottoni, Barthes il personaggio magro delle ultime battute, Fa-ssbinder è il Vecchio di Dovre. (Questo film qualcuno deve pure averlo girato nella propria testa!) In questo senso abbandonerei l'asse (proposto da Rolf Fjelde) sogno-pittura, che da Ortega y Gasset conduce a Fornari, fondato su un ut pictura poesis e imbastito sul l'affermazione di Wedekind «Ibsen ci ha dato un nuovo quadro dell'uomo» (corsivo mio). Peer Gynt è sicuramente precur-sore e del teatro e spressionistico e del teatro dell'assurdo. Senza di esso forse non vi sarebbero stati né Strindberg né - soprat tutto - Jarry. Senza i trold non vi sarebbe stato Fau- · stroll. Senza · Peer Gynt non vi sarebbe stato Père Ubu. 'Peer ' è infatti (un) anagramma di 'pere '. Senza trold, ancora, nessuno mai avrebbe inventato (o scoperto) or gone, bioni & C.. CESARE VIVIANI L'àmore delle parti Milano, Mondadori, 1981 Massimo Cèlani Narrare la poesia o, che fa lo stesso, cogliere la ciliegia incastonata nel girasole. E' questa la volta celeste in cui si nicchia L'amore delle parti, l'ultimo libro di Cesare Vi,viani uscito nello «Specchio» di Mondadori. Dopo i - furori di L'ostrabismo cara e di Piumana, Vi viani sembra aver raggiunto - con questo libro - la misura del proprio lavorµ, o progetto. Che mi pare in dicato dallo stesso colore della copertina, un a .zzurro di mallarmeana memoria, dove l'angelo muove la ruota dis sipando sino all'ultimo respiro « la ricchezza dell'aria». ,E' in questa volta che la parola si condensa e prende corpo. Innanzitutto, corpo di nomi. I nomi dei « perso naggi» di cui la poesia racconta la storia, o le storie. Ma 198
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