Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

l'americana sessuologia. Deleuze e Guattari intravedono nell'accumulatore organico l'archetipo della macchina de­ siderante, nella biofisica orgonica quanto basta di fanta­ scienza per scaraventarli sui mille plat.eaux. Il « Beat 72» scopre nell'80 la poetica .dell'astrofisica, ignorando che è già di Reich da prima del SO. Reich nel 1953 ad Oranur (nel Maine) aveva installato un cloudbuster non una tele­ privata! Una serie di marchingegni capaci di - salvo allu­ cinazioni collettive - dissolvere nubi per farle ricompari­ re altrove (nubifugatore, nubificatore). Altro che post­ avanguardia! Conflitti libidici e fantasie deliranti èl il testo di una conferenza tenuta nel 1920 di fronte alla « Società Psico­ analitica ·di Vienna» quando Reich aveva appena 22 an­ ni. Si tratta cioè di un debutto. E' importante proprio per questo oltre che per il fatto che rappresenta una buona introduzione-anticipazione delle sue opere Reich cerca di dimostrare « l'ampia concordanza rilevabile tra la vi­ cenda narrata e una psicosi paranoide clinica» (p. 23). Come a dire, la dimostrazione che Peer Gynt, e quindi Ibsen, era folle. Operazione di stampo patografico, come inevitabilmente accade quando si vuole applicare la psi­ canalisi. La ma,teria ibseniana è cosa ben più grande e corposa rispetto a qualsiasi reductio, ivi compresa quella reichiana. Fra tutto il vociare post-lyotardiano sul post-moderno · c'è chi sposta la questione (come sempre accade) sulla genesi, cioè sul papà, cioè sulla modernità. « Che cos'è moderno nel teatro moderno»? - era la domanda di John Gassner. Peer Gynt sembra possedere i requisiti ( ?) anche del post... Teatro onirico. Come il sogno ha struttura narrativa, il teatro del sogno è teatro di parola. In questo senso èl teatro di clivaggio: lo sfal­ damento dell'io-cipolla di · Peer è molto vicino a quello di / sma della Sarraute. Teatro poetico. Come lo stesso Ibsen diceva a pro·posito · di L'imperatore e Galileo - « L'illusione che vo­ levo far nascere è quella della realtà... Se avessi usato il verso avrei contraddetto le mie intenzioni». Poesia evidente'mente della post-avanguardia, che rifugge dalla lingua poetiça (' il verso ') e che assume il decentramen­ to (il ' pignoramento ') dell'io. « Il mio io principesco è pignorato». (PG, pg. 124) Del Peer Gynt si potrà constata- 197

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=