Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
sdoppiare la figura significativa («il teschio») celandolo nell'evidenza insignificante («il sedere di cavallo»). L'o pera d'arte, sulla superficie, non ha segreti. Se la pigrizia e la ;passione del decorativismo porta il pubblico delle arti a privarsi della significazione possibile dell'opera (fondata sulla « bisociazione»), l'ilare (si vedano le ana logie con il meccanismo del « moto di spirito») e tragica ambiguità della combinatoria dei linguaggi artistici per mette di rivelare come il senso · di un'opera è, per lo meno, doppio o non è. SILVANO ARIETI Il parnas · Milano, Mondadori, 1980. Tomaso Kemeny Silvano Arieti, che era nato e aveva studiato medicina a Pisa, fu costretto, nel 1939, dalle persecuzioni razziali a lasciare l'Italia per gli Stati Uniti, ove ha raggiunto posizioni eminenti nel campo della psichiatria. Autore di numerose opere di contenuto scientifico, ha voluto de dicare alla figura di Giuseppe Pardo Roques, « parnas» (capo) della comunità israelitica pisana, trucidato dai na zionalsocialisti, un libro che è insieme di rievocazione e ·di ·denunzia. Ma vi è un risvolto di questo libro che qui particolar mente ci interessa. Pardo Roques era un fobico; e nella formfl forse più«classica», la paura degli animali e par ticolarmente dei cani. In alcune pagine si finge che sia egli stesso a parlare di queste manifestazioni fobiche, ri cordando, tra l'altro, il caso del«piccolo Hans» analiz zato da Freud. Vi è tuttavia, da parte sua, un rifiuto ad àecettare le tesi ivi sostenute da Freud, e, più in gene rale, ogni nesso tra fobie e desideri sessuali infantili (p. 96). Questa è anche l'opinione di Arieti, che, nell'appen dice alla sua narrazione, che vuole essere almeno parzial mente un commento«clinico», afferma: «Ho constatato che il sintomo fobico assai di rado ha a che fare con desideri sessuali sepolti nell'inconscio». A suo parere il 195
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