Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
porti con le dì,scipline storiche, anzitutto con la storia , della letteratura, tant'è che l'autore stesso di Per una teoria freudiana della letteratura ha sentito la necessità di riprendere l'intera questione nell'essenziale, vale a di· re l'ipotesi della letteratura come luogo del ritorno del represso. E · se è torn · ato ad occuparsene (in Lettura freu diana del « Misanthrope », Torino, Einaudi, - 1979, pp. 5- 39 e 223-248) non è stato soltanto per rispondere a varie obiezioni, innanzi tutto riguardanti l'estensione concet tuale presente nell'uso terminologico difforme dal più co mune e freudiano « rimosso », bensì per definire una vol ta di più · il · proprio debito verso alc_uni concetti fonda mentali della psicoanalisi. Infatti, lungi dall'essere una mera questione di parole, l'innovazione proposta da Or lando nel suo saggio meno recente sull'argomento, inve stiva la sostanza medesima del tentativo di superare l'impasse più o meno sempre evidente in Freud là dove si occupa (veramente mai ex professo) _ d'arte e _ di let teratura. Nei limiti di una nota credo opportuno accennare so lo ai punti più significativi della disamina dei rapporti fra psicoanalisi e letteratura, condotta da Orlando nel suo serrato confronto con la lezione freudiana, essendo convinto che una rassegna, per quanto sommaria, dei problemi posti da tale « rilettura » serva da spunto per una discussione non inutile. P , rendendo le mosse dall'in certo concetto di sublimazione, cui ricorre Freud per de finire i labili confini dell'attività estetica (ad esempio ne Il poeta e la fantasia e nello scritto sui due principi del- 1'accaçlere psichico) è infatti difficile persuadersi della sua utilità in sede critica. .Se inerisce alla sublimazione, intesa come procedimento essenzialmente sostitutivo, non soltanto un alto grado di- valorizzazione sociale, ma so prattutto il piacere formale e il concetto stesso di bello, diviene altamente problematico il suo uso riguardo alla 180
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