Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
temps plus complexe, plus ·concrète et plus abstraite », Dialogues, pag. 75). L'acquisizione teorica più impor.tante che di solito ,si ascrive a Jakobson è quella di aver utiliizato al posto <lei fonema unità semantico-distintive semplici. Il con cetto di fonema còsì come veniva interpretato alla luce ; di Badouin de Courtenay (1845-1929), L.V. Scerba e Saus.-sure si trovò spazializzato in fa.sci di proprietà distintive (.trasformazione del fonema in una . combinazione di ele menti simultanei). In La charpente phonique du langage, Jakobson ripercorre in modo sistematico la rete di concetti che ha permesso alla linguistica di proporre modelli di ampia generalizzazione per quanto riguarda problemi nati nel- 1'ambito delle •scienze umane: questo aspetto del libro _precisa argomenti già trattati in famosi saggi e articoli contenuti in Essais de linguistique génèrale voi. Il, ed. de Minuit; in particolare « Relations entre la science -du langage et les autre sciences », pag. 9/76, e « Élé ments ultimes de fa langue: trait distinctifs », pag. 123/ 181. Non è il caso di insistére su questi temi, di cui del resto si è già abbondantemente parlato negli ultimi de cenni. Appassionante invece è la luce gettata su problemi ,di importanza fondamentale per la lingua e la letteratura che la divulgazione sciocca ha piuttosto contribuito ad ,elidere. Penso alle considerazioni sui fattori tempo e spaziò nella lingua e nella letteratura. Partiamo dalla antinomia saussuriana tra sincronia e diacronia: la sincronia è da Saussure associata alla statica (l'insieme dei fenomeni 1inguistici esistenti in una comunità), la diacronia alla dinamica. Secondo Jakobson invece l'opposizione sincronia/dia cronia non esiste nella realtà. La sincronia contiene ele- 171
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