Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
Acquista un particolare significart:o che Benjamin sia arrivato a Al di là del principio di piacere muovendo dal suo motivo dello choc. Freud ha infatti studiato l'organizzazione del materiale mnestico intorno a un nu d�o traumatico cui vo1eva risalire per ottenere l'abrea zione, e per fornire un'etiologia dell'i1steria. Già dal Pro getto troviamo in Freud una teo . ria del ricordo che, in . una differenza di tempo, è diventato un trauma. Lo choc che si sottrae alla presa cosciente. D'altra parte in Be njamin il ricordo è una forma depossessata di esperienza e un repertorio vuoto nell'ordine astratto del tempo, una manifestazione di una più essenziale dimenticanza dovuta precisamernte alla difesa dagli choc. In Freud l'analisi dell� memoria è posta dalla dimenticanza che la consente nell'interruzione del decorso del pensiero e ne1l'allaccia mento alla «retorica» dell'incornscio. La «memoria» posta alla soglia della poesia contem poranea in Baudelaire traccia una vera linea di demarca zione, un punto di non ritorno da cui è possibile tirare una linea maggiore di ,lettura del testo contemporaneo. Da questo punto di vista sembrerebbe sussistere una ec ct'lzione di grande rilievo: il Proust della memoria invo lontaria assunta per mediazione bergsoniana. Barthes e Benjatnin, per restare nel nostro contesto, mostrano di considerare la «sicurezza» del ricordo proustiano im mersa in un tempo diverso rispetto a quello discontinuo e spezzato della perdita d'esperienza baudelairiana. Molto proficua mi pare Ja viia presa da Spinella che ,s<tu- . dia «i,l notes magico di Marcel» ritornando ad Aristotele per approdare ancora a Freud: anche in Proust non fun ziona un tempo lineare fondato sulla durata interiore ma «passato presente e futuro come infilati al filo del desi derio che lii attraversa» nelle interruzioni e nelle figure che presiedono al processo, Un altro grande inizio della poesia contemporanea si ha con Pound e Eliot. Di quest'ultimo «Rhapsody on a 152
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