Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
sinistro, teneva nella destra un archetto piegato per mezzo di un filo e tmendoloi sul legno come sopra una viola e inol tre compiendo i ,gesti convenienti, cantava in francese ,sul Signore. Tutto questo tripudio s·pesso terminava in laorime e ques,to :giubilo si scioglieva nel compianto della Passione di Cristo». La rappresentazione sfuma nella giubilazione ma la giubilazione si risolve in perdita. In lacrimas solvebatur. Nella rappresentazione il soggetto si sdoppia in quanto il discorso deve raddoppiarsi. L'alter ego, il rivestimento protettore, l'oggetto mortifero costituiscono ormai solo un ruolo da assumere. Uno strano ruolo che si trasforma in amara compassione. S. Leclaire parla della · necessità del lutto. Bisogna fare lutto - dice - del bambino de stinato dalla madre « alil'immortalità fin prima della na scita» 19 • Il bambino meraviglioso, l'uomo senza peccato, il Cristo è morto per noi. Nos sumus ioculatores Domini cantava Francesco ed esigeva che i fratelli, dopo aver predicato, dicessero al popolo: « Noi siamo i cantori delle lodi di rDio e in ciò vogliamo essere remunerati da voi, che siate nella vera penitenza» 20 • 11 premio per aver cantato le lodi di Dio sarebbe la vera penitenza? Inebriandosi nella giubilazione, è come se il -soggetto destinatC? a non esser niente, a non avere niente, si af frettasse :;i perdere il suo essere/avere niente. Ma così facendo - facendo a sua insaputa lutto di se : stesso - riesce finalmente a liberarsi di sé come desiderio del- 1'Altro: Lui - desiderio di sua madre. Questa madre che, quando fu vista per la prima volta, era come . se fosse morta. Sì: non era più la stessa. Era altra: Come non diventare il suo altro, non essere iJ suo og getto-desiderio? La voce, la voce con cui il bambino chiama la madre, sarebbe il luogo unico che permetterebbe di ritrovare, 138
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