Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981
una proiezione se si considera che, in tutta la letteratura di questo periodo, i morti, gli autori antichi, sacri e non sacri, sono presenti come degli attori in carne ed ossa, come attori contemporanei? La morte, il declino delle tra dizioni sono · banditi dalìa scena. Ritorniamo non solo alla prima Regola ma a tutta la produzione latina di Francesco: Testamentum, Admoni· tiones, Litterae. Possiamo constatare come la radicalità della riforma proposta si · puntelli continuamente sulla Scrittura. La riforma si radica in un mosaico - di citazioni; si esprime con la citazione della Parola del Signore. La costanza di questo aspetto non rivela una problematica dell'origine? Il modo più sottile di aggirare l'ostacolo non consisterebbe forse « nel ripetere, riscattandolo pro- � gressivamente dalla materialità del suo inizio, il legame con il luogo originario della concezione. Nel tracciare un frego sopra la nascita con un amore infinito dell'idea lità (del) l'Altro?» 11 • In una lingua che oblitera la morte riformare non può che portare a cancellare la concezione: cancellare il ri schio che garantisce al soggetto di poter accettare la propria vita. Tutti gli scritti latini di Francesco ci mostrano la volontà di una iniziazione alla lettera. Tremenda pas sione: il disagio obbliga a scegliere un Altro, Alter ego senza ego, altro 12• E questo oggetto mortifero esaspera la contraddizione di una nascita sentita come morte. Come uscirne?Come arrivare alla vera morte che sarebbe il - ritrovamento della concezione, la pace anteriore alla vita, il Paradiso? « Laudato si, mi SignOTe, per sora nostra morte corpo,rale » 1 3• dice Francesco nel Cantico. Poter celebrare questa realtà - significa averla superata. Ma la si supera quando si sco- 136
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