Il piccolo Hans - anno VIII - n. 30 - aprile-giugno 1981

motivo, in mezzo alla folla dei venditori e degli acqui­ renti. Per tutt'intera l'ora e mezza che egli vi si trattenne, fui costretto a usare una accorta prudenza per non per­ derlo di vista e nello stesso · tempo non attrarre la sua attenzione. Avevo, per fortuna, un paio di soprascarpe di caucciù e grazie ad esse, nel mentre che camminavo, non producevo alcun rumore, così che egli non poté ave­ re alcun sospetto che io lo stavo spiando. Visito tutte le botteghe, una dopo l'altra, e nondimeno non contrat­ tò nulla, né pronu . nziò alcuna parola, ma solo buttò sul­ la · merce uno sguardo smarrito e assente. Per modo che · io, al colmo della meraviglia per quella sua condotta, mi incaponii maggiormente a non abbandonarlo, innan­ zi che non avessi, in qualche modo, soddisfatta la cu­ riosità che egli mi ispirava». L'uomo ritorna nel vago e nell'indistinto, donde è sorto l'io che narra. Ma ecco subito gli undici tocchi e: « Un bottegaio, nel mentre che applicava la sua sara­ cinesca, picchiò il vecchio con una gomitata e questi apparve, d'un subito, squassato da un violento tremore per - tutta la persona». Prima della fine (tempio de1 demone Gin) e del nulla (che non si ]egge). 2). La parola, il delirio In questo testo, a un monologo ascoltato segue il de­ lirio-flusso di parole che ho avuto. Monologo. Questa che vedete qua davanti, qui fra il verde e le fontane, signor assessore, affacciata a questa 120

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