Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

' filosofica '. Don Chisciotte nasce dai libri di cavalleria, per adempierli e negarli nel contempo; Ottonieri nasce dai classici, non per adempierli né per negarli, ma per frantumarli e disseminarli nella comunicazione quotidia­ hiana. Ma di Don Chisciotte ha lo sguardo che cerca il differente in un mondo di segni eguali, lo sguardo che sa la frattura profonda che separa il « mondo ideale» dalla « prosa del mondo». Ma proprio nella « prosa del mondo» è morta la cavalleria, e con essa anche la so­ pravvivenza fantastica che era Don Chisciotte: per que­ sto Ottonieri è un cavaliere che non combatte per nessu­ na Dulcinea. Non deve realizzare il sogno d'una saggezza attiva e produttiva come quella diffusa nella sua biblio­ teca umanistica: sulla sua tomba sarà scritto . « vissuto ozioso e disutile». La biblioteca umanistica gli trasmette soltanto la distanza da un sapere progettante, utile, pro­ gressivo. La biblioteca diviene il palco per un'autorappre­ sentazione che preannuncia la fine dell'intellettuale ' mo­ derno', la fine ' dell:ultimo cavaliere nato dai libri. Ottonieri non è autore di libri: egli ha dissolto la scrit­ tura nella conversazione: la ragione è che il libro non sa ascoltar-e. Del libro egli denuncia l'incombere dell'autore sul lettore, l'esercizio d'un'autorità che non permette re­ pliche: . il socratismo di Ottonieri segue la mobilità e va­ riabilità deHe occasioni, e su di esse mette in gioco se stesso. 'Le condizioni nelle quali il discorso vive sono in­ significanti o minime - o sperdute, ma è · proprio del di­ scorso dare ordine a _ ciò ch'è provvisorio. Senonché que­ sto or-dine non segue per Ottonieri la via della dimostra­ zione, dell'adeguazione ad una disciplina, ma procede se­ condo i modi d'un parlare « ironico e dissimulato». Tro­ veremo in Tristano qualcosa del suo abito, ma l'ironia sarà per Tristano un'arma critica, una modalità antiescla­ mativa, una dissoluzione di tutte le forme discorsive che dicono il consenso: la -scena nella quale Tristano grida i _ l suo desiderio di morte è il « deserto della vita». Il ni- 99

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