Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

la sua autorità ed . espone la sua pomposità. Tuttavia il bando accademico di un concorso per la costruzione di tre macchine, in ·grado di realizzare quello che i rap:porti degli uomini e l'invito dei filosofi non hanno potuto rea­ lizzare - l'amico ideale, l'uomo virtuoso, la donna idea­ le - ha come delle smagliature nel suo procedere ap­ punto accademico, e in queste smagliature s'insinua ri­ portando il gioco verso la critica: il rilievo sulla diffu· sione d'una vita 'meccanica ', l'osservazione che « ora­ mai non gli uomini ma le macchine, si può dire, trat­ tano le cose umane e fanno le opere della vita», la con­ vinzione, riferita ai filosofi, che l'uomo non è possibile 'emendarlo ', ma occorre«rifarlo del tutto in una nuova stampa», istituiscono un'oscillazione tra la scrittura del­ l'Accademia e la scrittura dell'autore, ma questa som­ messa incursione del soggetto scrivente è presto dissolta nella costruzione fantastica, ed è fin dall'inizio esÒrciz- . zata dalla declinazione autoironica e demistificatoria di quel«morali» che segue nel titolo le Operette. Il testo dell'Accademia non vuol produrre altri testi, ma macchine, il sapere umanistico rivendica la ,sua ege­ monia incombendo col suo statuto sulla stessa civiltà delle macchine, detta le ragioni per le quali la macchina deve sostituire l'uorrio, suggerisce la tecnica stessa della costruzione. L'umanesimo pretende ad una totalità an­ che nell'universo delle macchine: l'Accademia . «confida dovere in successo di tempo gli uffici e gli usi deHe mac­ chine venire a comprendere oltre che le cose materiali, anche le spirituali». L'estensione della macchina alla lin­ gua dello «spirito», all <1: produzione dei 'sentimenti' progetta una società dove la disumanizzazione coincida con la meccanizzazione. Ma la faccia ' liberale ' di questo · progetto è il sogno d'un'umanità sottratta ai «negozi della vita più che si possa»: l'otium umanistico può trion­ fare solo in un universo di macchine. E in un'altra ma­ niera la biblioteca sorveglia . la costruzione della macchi- 96