Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
e ,della sua lettura letterale, sopravanza ogni ripresa del l'attitudine gnomica. L'Accademia e le macchine La biblioteca leopardiana sorveglia la narrazione delle· Operette, esegue improvvise incursiòni, si dissolve nella costruzione d'una fictio teorica. Ma · iri inolte pagine è possibile separare le fonti dal :loro uso e dal loro stra volgimento fantastico, l'esattezza della citazione dalla funzione che essa acquista nel tessuto narrativo. Ci sono tuttavia alcune operette nelle quali le citazioni interne, i rinvii a fonti e le allusioni libresche sono fin dall'.aper tura consegnate ad una tonalità surreale, perché il mo vimento della scrittura è straniato, sin dal titolo, dal soggetto dell'autore, e non è d'altr? parte adeguato a nessun soggetto dialogante, a nessuna caratterizzazione figurativa · che ne controlli i modi e - li renda plausibili, cioè li consegni a quello spazio purame'i:ite letterario del 'verosimile '. Così è, 1l o si è visto, per la costruzione del l'apocrifo. Così è per la Proposta di premi fatta dall'Ac cademia dei Sillografi. Produrre il linguaggio dell'Acca demia secondo il calco d'una tipicità che ne metta allo scoperto il costume richiede un gioco imitativo dove il massimo di verisimiglianza coincida col massimo di di stanza e di erosione: la' storia del comico conosce benis simo questi modi. Ma nell'operetta leopardiana non sia mo sul - terreno proprio deH'imitazione: o meglio, l'avvio mimetico via via si sfalda, per poi ricomporsi nel finale, ma lungo il percorso acquista i modi propri del para dosso, e le proposte, mentre sono illustrate, espongono l'impossibilità che 1 le sottende, e rinviano fuori -di scena l'obiettivo 'morale ' che le motivava o 1o affidano a tenui allusioni, per far danzare liberamente . il piacere della scrittura. L' 'altra bib1ioteca ' qui rivela uno dei 93
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