Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

nella cultura alcuni elementi interessanti e perversi: una sorta di prudenza e di masochlsmo, e una specie di re­ sponsabilità di fronte alla cosa pubblica. Non molto diversi, forse, gli uomini dell'avanguardia, che tuttavia si richiamavano ad un arco culturale più in­ tenso: e mentre queste « due culture» si fronteggiavano, semhrava che non vi sarebbe , stata salvezza fuori da que­ ste due diacronie. � Col passare del tempo, queste culture si sono estinte, ed è rimasto ,il« partito preso», ovvero l'appartenenza ad un gruppo, come unico sostegno culturale. In ogni cultura sono presenti elementi ironici, volon­ tari e involontari. Le due culture precedenti li hanno bandite, , l'una perché non aveva tr o ppo tempo per scher­ zare di fronte ai disastr,i della guerra; l'altra perché era avvolta nella sua ricerca di « storia e ricerca super in­ dividuale». La consapevolezza era dunque il centro di questa cul­ tura; ma una consapevolezza che non tenga conto dell'i­ ronia inevitabile della sua situazione, è una cosa almeno discutibile. Ma la « nuova cultura» non ha molte possibilità di ' riflettere su se stessa; « liberata» senza sapere da che cosa, ha la scelta di mimare inconsapevolmente se stessa. La sua strada è dunque quel1a di distruggere completa­ mente tutti i termini di riferimento, e di situarsi ex novo nella recente storia culturale. I,l suo pericolo più imme­ diato è l,a scoperta dell'acqua calda ad ogni passo. Ecco perché la cultura di oggi si presenta soprattutto còme lingua (e' buon italiano'); la sua chance . è il vi , ag­ gio testuale. La sua flessione è l'oblio dell'extracontestua - . lità, e la rimozione dei filtri. Cioè, il cavalcavia della nuo­ va retorica (Italia anni '80). Ora questa non è una società prevedibile: .le ,sue linee, come dice egregiamente Foucault, sono proiettate verso centri periferici. 221

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