Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

Risposta al tempo Kaì légomen perì ou retoù, e parliamo intorno al­ l'ineffabile (.Plotino, Enneadi, V, V, 7). Colui che. volendo riunil'si a1le cose le nomina, torna a separairsen · e. Tra le prop:detà sorprendenti del linguaggio c'è - una passione che prende su di sé la fortuna del molteplice e nella sua ' comprensione ' la perde. Non ha confidenza nel fuoco, il fuoco . dipinto. Non resta che adeguare il : linguaggio al linguaggio. Il poeta non ignora di essere fuori di questa oscura pienezza e - benché si sottometta a ciò - è senza ri­ poso nel suo limite. L' exitus del reale fa la vacuità, la vanità del Jinguag· gio. Ma l'infinita forma abbandonata, questo vivente dal grande $more, verso cui ci si sforza, questa sovrabbon· danza mancante e debolezza della profusione, è lenta nel colpire. La conoscenza non è che similitudine. La lingua del mondo, non-concordante: magnifico riflesso, donatore al di là delle sue forme e dei suoi doni. In questa conget­ tura, nessuna parola farà giungere alla vista; , l'atto di dire - trasformando in qualche modo il vissuto - farà credere .che cose si sfiorino. Quasi tutti resistono a non accorgersi. E così il lin­ guaggio si aspetta che la cosa giunga alla sua porta, in segreto si lasci dire. 191

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