Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
Dopo Freud, sarebbe fin troppo facile a questo punto spingere avanti le associazioni: « il terrore della testa di Medusa è terrore dell'evirazione legato alla vista di qual cosa»; i serpenti che le cingono il capo, per quanto spa ventosi, « servono in realtà a mitigare l'orrore, poiché sostituiscono il pene, dalla cui mancanza è nato l'orro re» 3 ; esiste una « relazione sostitutiva tra occhio e mem bro virile» 4. La figura di col1ei che ritorna sarebbe una attenuazione di quella spaventosa del sosi�; un espedien te per accattivarla, proiettandola su quell'« altro» che è il segno femminile. Lo sguardo maschile troverebbe nel la figura femminile un segno fallico trasformqto, e per ciò guardabile: il femminile guardato non sarebbe allora che un fallo. Tuttavia, se è legittimo il dubbio sulla cor rettezza di una · simile lettura della tragedia antica alla luce di Freud, certamente éorretta · e fruttuosa è l'ope razione inversa: leggere Freud alla luce deUa favola tra gica, ripercorrendo il lavoro · da lui compiuto a partire dalle figure depositate nella tradizione; ricercando nella sua costruzione le tracce sedimentate di un'iconografia della persona umana sentita come vincolante. E questo ci conduce più internamente all' 2. Oggetto della ricerca Nella dedica dei Paradisi artificiali, Baudelaire defi nisce la donna « fatalmente suggestiva» 5 : il suo « ta bleau de voluptés artificielles» può esser dedicato a una donna, sorgente « la più ordinaria» dei piaceri più « na turali», perché, come quella della natura, la rappresen tazione del femminile è penetrata nel nostro spirito, foc mando quell'amalgama indefinibile che è la nostra indi vidualità. Questa fagocitazione nell'immaginario ha fatto della donna « l'essere che proietta la più grande ombra o la più grande -luce nei nostri sogni»: ella�< vive d'un'al- 138
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