Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

Beccaria, partendo da un'intuizione di Serra sul ritmo del verso in questione e precisandola tecnicamente, nota quanto segue (p. 219): « un compromesso ed un felice equivoco tra due 'piani ' ritmici, tra un verso rigidamente endecasillabo da eseguire con le tre sinalefi d'obbligo ed il suggerimento ad una lettura di un verso di tredici sillabe » [e cioè senza la prima e fa seconda sinalefe]. Dal punto di vista ritmico, è innegabile che l'osservazione di Beccaria· drca la procurata, intenzionale oscillazione dei due piani ritmici, è esattissima. Ma il verso in ogget,to mi pare comporti un ulteriore e più importante fenomeno, non più (o non solo) di natura r1tmica, ma fo:p.brica. Si tratta, in poche parole, della_ costruzione di una strut­ tura vocalica cost1tuita dal suono /a/ ma nella quale tale suono risulti sempre in posizione atona. La spia del sistema è fornita dal vocabolo arpa, al .c�ntro esatto del verso, ove la /a/ della prima sillaba •tonica, seguìta da /a/ nella sillaba non accentata e anticipata ancora : da /a/ atona nella 1s,i,llaba finale del vocabolo che precede, · viene elisa dalla sinalefe (secondo il primo ,schema di lettura ritmica forni-to da Bec­ caria). L'elisione - possibile - ,di vocale in forte posi­ ZJione tonica {prima lettura di vocabolo bisillabo), preceduta e seguìta dagli stes·si timbri vocalici in sede atona, . accentua il valore delle altre /a/ atone ,che punteggiano il verso (e cioè, olt1:ie a qiuellle contermini già segnalate: delle /a/ di squillano, di sonora, di al, quest'ultima soppressa sintoma· ticamente per sinalefe, la quale prolunga perciò, en écho, la /a/ di sonora; per cui si confermerebbe, sul piano del ri­ lievo tecnico, l'osservazione di Serra sul prolungamento del­ l'eco). Tale accentuazione si dà, insomma, per l'alterna pos­ sibilità della /a/ di arpa di emergere (secondo schema d1 lettura ritmica) o di venire assorbita (primo schema di let­ tura). L'oscil:lazione della misura ritmica attorno alla forma di questo ictus da neutralizzare, porta in emersione il silen­ zio di tutti gli altri identici timbri. Si:amo cioè di fron1l e, ìn questo caso, alla costruzione, piuttosto eccezionale, di una struttura sonora effacée, fatta di vuoti e non di pieni. Questo •straordinario effetto formale (messaggio formale o materico), irriducibile all'ordine · del discorso, potrebbe co­ munque prestal'si a riduzione onomatopeica.· La quartina fi­ nale del componimento, inclusiva del verso in questione, inerisce infatti al ronzìo dei pali del telegrafo che costeg­ giano - la via ferrata. Eccone il testo: 128

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