Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

rettamente il nostro rapporto col tempo, vi prende il pre­ dominio ma solo in virtù di un imbroglio, la cancellatura che Freud ricorda di aver compiuto con l'unghia del dito sulla seconda delle tre domande presentategli sul bigliet­ to d'esame da un professore particolarmente ben di­ sposto. Il primato della storia non rispecchia quindi l'eccel­ lenza che la ti1adizione assegna al regno della coscienza su tutta la natura, fisica e vivente. C'è una cancellazione, un frego, un grafismo disordinato che scompone la gerar - chia del sapere. E uno strapp�, una lacerazione, un'incisione più profonda, è all'origine anche della vocazione intellet­ tuale di Freud, la vocazione che egli fa risalire al libro che nella primissima infanzia il padre dette a lui e a una del­ le sue sorelle da strappare, « foglio a foglio, proprio come un carciofo». Un libro ,adornato di tavole a colarli. L'importanza di questo strappo, uno strappo alla sto­ ria, oseremmo dire, un qltraggci.o allo spirito (e alla tem­ poralizzaiione simbolica in cui consiste per Lacan l'av­ vento delle scienze della soggettività), ci introduce a una vertiginosa riva1utazione della botanica, ma non attraver- . so la via di una scoperta scientifica, trattatistica e foto­ grafica del mondo vegetale, bensì attraverso una « presen­ tazione» in campione di questo stesso mondo e attraver­ so il disegno. Che cos'è una smorfia se non uno strappo dèlla figura umana? Di questa figura sappiamo tutto ciò che ne avvie­ ne allo stadio dello specchio. L'uomo è' un animale che si specchia. Non così il vegetale. La pianta non si lascia cat- . turare né dallo specchio né in fotografia. La pianta � una cosa che s. i disegna. E che disegnandosi disegna qualcosa dell'essere del soggetto m�glio del suo inquadrarsi nel- 1'ordine t· eÌnporale. Seguiamo insieme questa traccia nel famoso sogno della monografia botanica. Eccone il te­ sto: « Ho scritto una monografia su una certa pianta. Il libro mi sta davanti, sto appunto voltando una tavola ri- 116

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