Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981
pardiana, Edizioni Milella, Lecce 1977, pp. 11-36. u Il 19 dicembre 1820 aveva annotato nello Zibaldone (435- 436): « Osservate che il mio sistema è l'unico che possa dare alla narrazione della Genesi, una spiegazione quanto nuova, tànto let terale, facile, spontanea, anzi tale che non può esser diversa, senza o far forza al testo, o considerarlo come assurdo. E infatti secondo i teologi i quali considerano l'incremento della ragione e sapere come un bene assoluto per l'uomo, e la parte ragione- vole come primaria in lui assolutamente ed essenzialmente (non accidentalmente, cioè posta la corruzione); secondo i teologi, di co, il senso chiarissimo della Genesi resta oscurissimo, giacché pone l'incremento della ragione e l'acquisto della scienza come effetto preciso e diretto del peccato. Laddove il mio sistema che pone la perfezion vera ed essenziale dell'uomo, nel suo stato primitivo, cioè in quello stato in cui fu creato, ed uscì immedia tamente dalle mani di <Dio, e la sua corruzione nella preponde ranza della ragione e del sapere, trova il senso letterale e incon trovertibile della Genesi, profondissimo, e conforme alla più su blime ed ultima filosofia» (Si cita dall'ed. dello Zibaldone a c. di W. Binni e con la collaborazione di E. Ghidetti, Sansoni,, Firenze 1969). Un'esegesi che pare rifarsi alla rivendicazione di traspa renza e letteralità della Scrittura propria della Riforma. Sulla ...,_ - questione Leopardi torna l'll luglio 1823 (Zib., 2939-2941 ) ricor- dando come la verità della « decadenza del genere umano da uno stato migliore»,· nata « dal sapere, e dal troppo conoscere », dun que la connessione scienza-infelicità, sia comune · al racconto del Genesi e alle favole antiche, e sia trasmessa attraverso i sentieri dell'immaginazione, cioè per allegorie, figure e « sembianze di favole». Queste annotazioni dello Zibaldone precedono solo di pochi mesi la stesura della Storia del genere umano: annuncio dunque d'una scrittura che farà della teoria finzione, dell'inter pretazione una 'favola antica'. Nel corso del racconto la prece dente interpretazione ' letterale ' scompare, il racconto biblico è rovesciato. Gli ' · accademici ' che si trovarono a dover , giudioare le Operette per il premio dell'Accademia della Crusca nel 1830 negarono con sdegno che « l'aggiunto Morali » si addicesse alla Storia del genere umano, con quella stravolta «idea della Divi nità»: cfr. le relazioni dei giudici pubblicate da G. Ferretti («Giornale storico della lett. ital.», 1918, in particolare p. 62). E nell'edizione fiorentina (Piatti) del 1834 l'operetta sarà seguita da una nota voluta dal Censore: « Protesta l'autore che in que sta favola, e nelle altre che seguono, non ha fatto alcuna allusio né alla storia mosaica, né alla storia evangelica, né a veruna delle tradizioni e dottrine del Cristianesimo». 12 Un'interpretazione della scrittura manzoniana in rappor to al libro del Gènesi è in un bel saggio di I. Viola, La perfezio ne del Manzoni, . in «Per la critica», n. 3, luglio-settembre 1973: 107
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