Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

comportarsi come suggerirà Tristano: « Bruciarlo è il me- · glio. Non lo volendo bruciare, serbarlo come un libro di sogni poetici, d'invenzioni e di capricci malinconici, ovve- . ro come un'espressione dell'infelicità dell'autore». Anche Ottonieri ·guarda questa bibliot�ca di confessioni come la sola biblioteca. La biblioteca che recita se stessa nella commedia della _ vita. Da essa egli non apprende a ripe­ tere le forme. Egli parla di sé senza la mediazione della scrittura. E il suo paradosso è che propri� questo isti­ tuisce il massimo di distanza tra sé e la sua parola, fa della sua recitazione la prima recitazione sdoppiata, stra­ niata,' moderna '. La' ripetizione·' della_bibliòteca è esor­ cizzata. -Ma nell'ultimo modo del paradosso: Ottonieri, come Don Chisciotte, nato dai libri, si trasforma in libro, e nel titolo d'un'operetta ridice la storia della trasforma­ zione della sua biblioteca nella parola: Detti memorabili di Filippo Ottonieri. Antoni'o Prete 1 Di una ricostruiione cosiffatta s'incaricano i commenti; e uno d'essi, quello di Cesare Galimberti, l'ha di recente condotta con una ricchezza di referenze pari alla finezza degli spunti inter­ pretativi (cfr. G. LEOPARDI, Operette morali, a c. di C. Galimberti, Guida, Napoli 1977). _ Riordinando per la stampa questo mio testo, la cui stesura è anteriore alla lettura del commento di Galim­ berti,ho potuto giovarmi - di quella ricostruzione soltanto in qual­ che rinvio, ma non forse come avrei voluto. 2 Cfr. le note leopardiane 3 e 4 nel Dialogo d'Ercole e di Atlante, le note da 9 a 14 nel Dialogo della Terra e della Luna · e 28 e 29 nel Dialogo di t. Tasso e del suo genio familiare. Per il testo cito dall'edizione data dal Flora (vol. I dell'ediz. di Tutte le opere, Mondadori, Milano 1940) che riprendeva sostanzialmente l'edizione Moroncini (Cappelli, Bologna 1929), ancor oggi pre­ ziosa: dalla quale ben poco si discosta, quantò al testo, non quanto all'apparato, la recente edizione critica curata da O. Be­ somi (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano 1979). 3 L'operetta Frammento apocrifo di Stratone, scritta nell'au­ tunno del 1825, non fu pubblicata nell'edizione milanese dello Stella (1827) né in quella fiorentina ·Piatti (1834). Leopardi inten­ deva raccoglierla nell'edizione napoletana dello Starita, del 1835, 105

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