Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

la parola non ha la minaccia della continuità, non è vin­ colata alla 'ideologia ' del proprio tempo,re-spira la liber­ tà della critica. Ma la critica di Ottonieri non ha forma di critica, è travestita nel motto, nell'aneddoto, nella ci- tazione. • Nel motto di Ottonieri si possono certo rintracciare i procedimenti e i percoifsi della formazione del Witz rico· struiti da Freud. Le osseTTaziòni freudiane sul 'lavorn ar gu to ' possono ben costituire uno dei modi d'approssi­ mazione al testo di questa operetta: la sottile arte del­ l'implicazione dell'altro, l'economia del riso fondata sul 'risparmio del dispendio psichico ', l'accesso al piacere per via abbreviata_ e tutta trasferita nella parola, la pre­ senza di una soglia d'inibizione, comune con l'ascolta­ toire e 'socialmente ' caratterizzata (le immagini del 'mo­ derno ' e del 'civile ', la cultura della restaurazione, sono l'orizzonte oppressivo contro cui si muovono le 'fi gu re' critiche delle Operette), i modi propri d'un travestimento della critica, le tecniche di spostamento e di condensa­ zione, insomma il complesso movimento di un'economia simbolica 17• Senonché il riso di Ottonieri sembra an­ dare oltre il recinto d'un'economia psichica, oltre questo piacere fondato sul resto d'investimento, oltre il senso del piacere che è prnprio del motto, dell'aneddoto, della citazione opportuna e 'commentata ', della sentenza ap· propriata e 'felice '. La sua parola attinge sul fondo vuo­ to, dove il riso e la disperazione coincidono, dove il pia­ cere gu arda in faccia la sua illusorietà, dove il senso della biblioteca si svolge nell'assenza del libro 18 • Il ' la­ voro ar gu to ' di Ottonieri è una rappresentazione che anticipa l'arguzia nichilista di Tristano. I matèriali di questa rappresentazione ,sono d'altra parte dichiarati nel capitolo secondo: non àmmetteva alcuna di�tinzione « dai negozi ai trastulli», riteneva « i peggiori momenti fosse­ ro quelli del piacere», « non credeva che si potesse né contare tutte le miserie degli uomini, _ né deplorarne una 103

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