Il piccolo Hans - anno VIII - n. 29 - gennaio-marzo 1981

chilismo di Tristano spinge l'ironia fino alla soglia della risata distruttiva. L'ironia e la dissimulazione di Otto­ nieri è tutta giocata invece nella accorta frantumazione d'un sapere trasmesso lungo i sentieri della bibli0teca, s'appoggia alla citazione, prende avvio da una memoria letteraria. L'opposizione -di Tristano . al sapere della re­ staurazione è radicale: contro quel sapere egli grida il ' desiderio di morte '. La critica di Ottonieri si muove . sui sentieri battuti dallo scetticismo del viaggiatore settecen. tesco. Ottonieri è più vicino a mdimo Chierico che a Tristano. La biblioteca umanistica può accompagnare Ottonieri per le vie del mondo: è attrezzata per difenderlo dalle 'novità' e -dalle 'scoperte ', dall'adeguazione ottimistica al ' , moderno ' e a:l 'civile'. Eppure Ottonieri fa parlare la sua biblioteca negli stretti confini di Nubiana, in Val­ divento: il vivere da filosofo, secondo una riedizione del . costume antico, comporta questo dover commisurare la profondità del · sapere con la semplicità e rozzezza della gente di Nubiana. Sicché il filosofo dovràpercorrere tut­ te le mediazioni che possono accostare fa filosofia alla vita quotidiana, tutti i passaggi attraverso i quali il -libro entra nel regno della parola effimera; casuale, senza storia. La rinuncia di Ottonieri alla scrittura è la condizione necessaria perché questo dissolvimento del libro avvenga� ed avvenga al di fuori di ogni autoritàche oppone al quo­ tidiano l'assoluto, all'aleatorietà il già detto, al tempo materiale dei soggetti il tempo scorporante della storia. Nella parola di Ottonieri riposano le immagini che l'intellettuale produce di sé, immagini tutte strette attor­ no ad una scommessa e ad una ambizione: fare della pa­ rola il luogo dove il soggetto si consegna intero e si ma­ schera, si possiede e si nega. La parola dell'intellettuale non è più la parola del filosofo, e il muoversi ·di Otto­ nieri tra la gente di Nubiana in abito da filosofo conosce 100