Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

L'essere malata costituisce nondimeno un peccato e una vergogna, e lei è spesso malata, poiché la malattia attac­ ca l'organismo - come spiega la speciale « psicosomati­ ca» di casa - proprio dove il peccato ha preso domici­ lio. E' così che le azioni della bimba diventano sempre più inibite e la sua immaginazione si riempie di desideri viziosi. A partire dai tre anni la sessualità forma per lei un - conglomerato in cui la fascinazione e la repulsione sono inestricabilmente confuse. L'ambiente familiare la preci­ pita nella sensualità, l'atmosfera · delle strade del sobbor­ go l'attira verso il peccato. Non ha certo più di 4 o 5 · anni quando gioca, con altri bambini e - suo fratello mag­ giore, allo « strip-tease», senza, beninteso, averne nozio­ ne. Le bimbe si tolgono le mutande e se le infilano in testa, poi i ragazzi alzano le loro gonne. Ciò che rende il gioco particolarmente piccante è che si deve indovinare chi guarda e chi è guardata. Da quel momento lei si sente sempre attratta dagli sconosciuti, come un desiderio in­ conscio e profondamento nascosto di scoprire un giorno il fratello dietro la maschera d'un estraneo. All'età di 6 o 7 anni, nella cantina d'una casa vicina, esperimenta con un ragazzo di qualche anno più grande di lei come i grandi fanno l'amore. Il fratello li sorprende e da allora la tiene in un continuo terrore : « se non fai quel che ti dico io denuncerò tutto alla mamma». Sotto il peso della colpa la bimba si mette quindi al servizio della banda dei ragazzi e diventa complice dei loro furti. E' lei ch'è mandata in ricogniziòne dei rischi, a esplorare i luoghi; si servono della sua agilità, �ella sua figura minuta. L'insegnamento che trae dalle esperienze dei suoi sei anni è che esser nata bambina costituisce una vergogna suprema. Un disgraziato incidente, capitato alla stessa epoca, non farà che confermarla in questa convinzione. Lei e qualché amica sistemano un cuscino sul bracciolo 86

RkJQdWJsaXNoZXIy