Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
za il tono della voce per protestare contro la divulgazione del suo segreto; porta calzini rossi per attirare gli sguar di, ma se qualcuno s'arrischia a fare delle osservazioni sul suo modo di vest�rsi egli accusa il mondo di prenderlo per una «checca». Sono gli altri a non pensare che in termini di perversione. Una delle sue frasi stereotipate è «... e comunque, questo non interessa a nessuno»; e nemmeno lui s'interessa a quello che altri fanno a letto. E, in queste occasioni, cita con · piacere le varie perver sioni. Entrando in gioco il meccanismo della proiezione, l'innalzamento del tono della voce perpetua la ten�;ione come un'insolubile contraddizione. Il debordamento verbale e il parlare tonitruante sono strettamente collegati allo stesso modo all'esibizionismo del malato e allo sviamento dell'attenzione dal suo esi bizionismo; la divulgazione chiassosa della perversione è al tempo stesso un appello all'attenzione e un tentati vo di stornarla. E' tramite questa invadenza verbale che egli assicura l'eccitazione sessuale cogli uonµni; ed è la stessa debordante agitazione che si manifesta nelle liti" continue con i suoi partner. Un tale stato di eccitazione, portato e mantenuto all'estremo, oltrepassa il problema dell'agire propriamente detto e investe tutti gli strati del la personalità. Qui vorrei attirare l'attenzione sull'insieme dei feno meni e sulla teoria che vi si riferisce, elaborata da Her mann (1970), sulla correlazione fra l'universo dei suoni e le diverse perversioni. Nel nostro malato omosessuale si può anche scoprire un'intima relazione colla musica e la danza, intrecciatasi col disturbo della sua identità ses su�le. D'altra parte il nostro malato non mostra una so la, ma più forme della perversione. Come è noto, è su ciò, secondo la concezione di Hermann, che si basa la considerazione per cui non sono le sole forze della regres sione ad essere in opera nella formazione della perver- 77
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