Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

argomento assolutamente interdetto, allora parlava libe­ ramente degli altri suoi segreti, come la sua omosessuali­ tà. Solamente in questo caso non è colla voce che opera, ma sceglie un altro modo per far chiasso, quello d'attira­ re l'attenzione della gente mediante il suo aspetto este­ riore. Esibiste i suoi gusti omosessuali, porta calzini di colore vistoso, si fa tingere i capelli, si veste in modo effemminato. · Verso i vent'anni, quando scoprì chiara­ mente di preferire i ragazzi alle ragazze, raccontò a suo padre, nei dettagli, la sua prima conquista maschile, e allo stesso modo se ne vantò davanti ai suoi colleghi. Non avendo mai osato parlare a suo padre del segreto della propria origine, gli racconta la propria omosessua­ lità per vendicarsi: «Tu non mi hai mai parlato della tua propria vergogna, ma io parlerò della mia per farti ver­ gognare ancora in un'altra maniera». In questo contesto anche l'ostentazione della propria omosessualità può es­ sere considerata come acting out, cioé innalzamento del temo della voce per far mostra d'un segreto e per allen­ tare la tensione prodotta da un altro segreto. Naturalmente l'esibizione omosessuale ha degli altri antecedenti che risalgono alla sua infanzia. Il suo ricordo più antico è che gli piaceva vestirsi cogli abiti della «mamma», calzare le sue pantofole e danzare mentre lei suonava il piano. Più tardi il suo sogno sarebbe stato di fare danza classica; immaginandosi però non come ballerino, ma come ballerina. Quanto al suo travestiti­ smo, che si manifesta fino a questo momento nel suo.. modo di vestirsi, le sue velleità d'essere un altro si mani­ festano anche nel fatto che nemmeno nel suo lavoro si sente più al suo posto. Nel malato l'esibizionismo non è sempre risoluto; vi­ ve in un costante stato d'eccitazione: annuncia al mondo con squilli di tromba la sua omosessualità mediante i suoi _ atteggiamenti esibizionistici, e nello stesso tempo al- 76

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