Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
lo della sua mamma. Il bambino chiude la busta e la consegna al padre senza dirne parola. Dopo la morte del la « mamma» l'operaia in questione lo · segue per strada supplicandolo d'ascoltarla: « Sono io la tua vera mam ma» - dice la donna. Il bambino si mette a correre, spaventato, gridando verso di lei - : « Lasciatemi o chiamo la polizia!». A scuola, prima della licenza, il segreto gli fu comunicato d'ufficio con tanto di commento: « quella che t'ha messo al mondo era una donna di malavita, che l'ha fatto solo per denaro». Quel « niente» nascondeva quindi una quantità di fatti; in fin dei conti sapeva tutto sulla propria nascita, ma era incapace di prenderne v _ eramente coscienza. Allo stesso modo diventa chiaro ciò che sul piano del la sua nascita gli riusciva particolarmente offensivo; in vano da adulto ha tentato d'amare quella che lo ha mes so al mondo, o di accettare di esserrie amato. « Come B. Brecht in uno dei suoi drammi, penso che il bambino ap partenga a quella che lo ha allevato», dice, poi, pensoso, aggiunge: « Veramente in Brecht la matrigna è proleta ria e la vera madre di illustri natali». Poi cita il saggio di Freud sull'origine illustre di Mosè, nella cui leggenda questo motivo è applicato al contrario, poiché il bambi no messo nel paniere viene « ritr o vato» dalla figlia del faraone. Senza dubbio il malato" non ha letto un altro scritto di Freud (1909) sul romanzo familiare dei nevro tici, ma le sue fantasie sui propri illustri natali coincido no perfettamente colle osservazioni che Freud vi fa. Ora, il romanzo della vita del nostro malato, in realtà, è per due versi contrastante coi suoi desideri e le sue nostal gie: non è il padre che si rivela non essere quello vero, ma la madre; e non sono illustri i natali che il segreto è destinato a nascondere, ma, al contrario, umili. Il nucleo inconscio del suo parlare tonitruante è dun que la paura della scoperta del segreto della propria ori- 73
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