Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

costituisce precisamente un processo di sublimazione (Hermann; 1963). L'elaborazione delle esperienze appare nel bambino innanzi tutto mediante la messa in atto, co­ sì come l'uomo poco istruito si esprime più prontamente coll'agire che col parlare. Al contrario, nei malati abitua­ ti ai procedimenti della psicoterapia, dobbiamo lottare per poter scoprire, sotto il verbalismo infarcito di termi­ ni tecnici, a quale livello si situa l'esperienza. Anche dalla parte della cultura verbale del malato la forma patologi­ ca gioca un ruolo decisivo, essendo un isterico più in­ cline ad andare in collera e un ossessivo più disposto al­ la privazione d'affetti. Provare emozioni ed esprimerle esige una sincronicità che Jjermann dice essere all'origi­ ne della sublimazione e costituire al tempo stesso una del­ le condizioni portanti del lavoro analitico. I due casi che esporrò mostrano una certa somiglian­ za, poiché nell'uno come nell'altro il modo d'espressione è dominato dall'affetto. La forma patologica che li ca­ ratterizza li propone anzitutto come casi limite." I due ma­ lati furono raccomandati per la psicoterapia nel corso del loro soggiorno in ospedale. La terapia, condotta in ragione di due sedute la settimana, ha superato sensibil­ mente il trattamento ospedaliero, e precisamente di sei mesi nel primo caso e di molti anni nel secondo. Invece d'esporre l'intera patogenesi tenterò piuttosto di richiamare 11 contesto terapico concreto all'interno del quale l'agire ha avuto luogo. Quanto all'analisi dei casi mi propongo di attenermi all'ordine seguente: modo del­ la manifestazione dell'agire, suo significato, possibilità di renderlo cosciente, sua integrazione alla personalità e suoi aspetti dinamici. Malato omosessuale, 40 anni. Non è per omosessualità che il malato ha dovuto essere ricoverato in ospedale, ma a causa del suo Stato nervoso, caratterizzato da un'a­ gitazione ed u_n esaurimento estremi. Questo stato d'agì- 70

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