Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

corporeo con Ì'analista da parte dei malati in stato di regressione, o lo studio di Peto (1959) sulle sensazioni di fusione dei malati psicotici, sono altrettante testimonian­ ze . del fatto che solamente il contatto corporeo o la pros­ simità possono offrire una soddisfazione relativamente completa - in quanto queste manifestazioni non potreb­ bero arrivare ad altro. Ricollegandoci all'opinione di Hermann, siamo per­ suasi che la capacità di sopportare la distanza è una con- ' quista dello sviluppo. Dallo stato di dualità iniziale, che non conosce distanza, il piccolo dell'uomo arriva gra­ dualmente a uno stato che gli permette di lasciare il se­ no materno, sia in senso proprio che figurato. Questa tap­ pa dello sviluppo implica una presenza intrapsichica; il bambino è in grado di sentire la presenza della madre anche quando una distanza lo. separi nello spazio. Ciò conferma « la forza e la necessità vitale dell'amore», se­ condo la felice espressione di Zazzo (1974, p. 39); è in questo senso cioé che conviene considerare il sentimento dell'affezione o dell'amore come specificamente umano. Il rifiuto del punto di vista dinamico ed economico e­ merge in modo diretto nella concezione di Bowlby. Il suo pensiero non riserva nessun posto agli aspetti energetici, poiché egli non si occupa delle forze motrici dei fenome­ ni psichici. Egli, come altri, constata che il modello idro­ dinamico è superato. Bisogna dunque concludere che l'ap­ proccio energetico debba essere abbandonato del tutto? (D'altra parte sembra che Bowlby attribuisca in qualche modo, un valore esplicativo a ciò che in Freud è solo un'analogia). Il modello del feed-back negativo della cibernetica sembra in effetti applicabile a ogni processo in cui si tratta del ristabilimento dell'omeostasi. Non c'è più dubbio che vi sono numerosi fenomeni psichici nei quali l'arresto non ha per condizione la scarica di energia. Ma il modello del feed-back solleva anche in modo 51

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