Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
portamento hanno di solito la stessa conseguenza... si usa riunirli in una categoria» (p. 224). - La conoscenza di questi dati ha senza dubbio una grande importanza per quanto concerne la comprensione della vita mentale dell'uomo. Dobbiamo all'etologia il fatto che l'attenzione degli psicologi è stata attirata sul comportamento dell'uomo, che racchiude ie tracce di una antecedenza molto lontana, e anche il dato che questa antecedenza era dimostrata in molti altri ambiti. La pre dilezione dei lattanti per gli oggetti mobili, quella che essi accordano a certe eccitazioni visive e uditive, l'ef fetto rasserenante che esercita la voce fe�inile ecc., so no altrettanti fenomeni di grande interesse per la psi coanalisi, come ogni dato che accresca la nostra cono scenza dell'uomo. Ma, in questa concezione, quale posto occupa l'ag grappamento della scimmia? Bowlby, nel suo libro, così prosegue la constatazione citata più sopra: « Possiamo infine ritenere con relativa sicurezza che qualunque com portamento riscontrato nei primati subumani sia vera r;nente omologo al comportamento corrispondente del l'uomo » (p. 226). Tale conclusione di Bowlby potrebbe indurre a credere che, secondo lui, il comportamento di attaccamento del lattante umano mostra la sua parentela più stretta con quello della scimmia, la sua ascendenza più vicina nella filogenesi. Ebbene, ciò non è vero. Tra il comportamento umano e quello della scimmia, egli vede una rassomi glianza, una omologia (su cui torneremo), e spiega que sta omologia __;; che, secondo lui, può essere riC:ondotta all'apparizione tardiva del vero comportamento d'attac camento - unicamente con l'immaturità del neonato : « Poiché il piccolo dell'uomo nasce così immaturo e si sviluppa così lentamente, in nessuna specie il comporta mento di attaccamento compare così tardi come in quel la uman�. Questo è probabilmente uno dei motivi per 47
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