Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

Bowlby utilizza nozioni di etologia, di teoria del control­ lo e di scienza del comportamento. La concezione del­ l'istinto in Hermann è psicoanalitica. Bowlby costruisce invece la sua teoria sulla nozione di attività istintuale propria dell'etologia, e non riconosce l'aspetto della di­ namica freudiana. Non è per caso se è stata proprio la teoria dell'attac­ camento ' a indurre A. Zazzo a scrivere il suo bell'articolo (1974) e a qualificare la nozione di attaccamento come « divergenza di un tipo particolare » e a desumere, con molta perspicacia, dalle sue implicazioni « la negazione della libido certamente, dell'inconscio forse, e il rifiuto di ogni metapsicologia » (p. 13). Nella discussione sull'attaccamento furono in molt_i a sottolineare che tali idee non derivano dalla teoria psi­ coanalitica; ma il libro di Bowlby può agevolmente sug­ gerire pensieri di questo tipo. Infine; benché egli citi u:n gran numero di autori ed esponga un grande numero di idee e di risultati di ricer­ ca, Bowlby cita appena Henp.ann. E questa è una ra­ gione di più per concludere che il confronto avviato non soltanto è utile ed anche proficuo, ma addirittura ne­ cessario. II Brevè riassunto della teoria di Bowlby. Nella versione definitiva della stia teoria (1969) Bowlby definisce l'attac­ camentO come Uii comportamèrito istintuale o, secondo la terminologie!, della: teoria del controllo, come un siste­ ma d,i comportamento che media l'azione istintuale. L'at­ taccamento è una reazione primaria e non il risultato del­ l'apprendimento. La causa dell'attaccamento risiede nell'attivazione di diversi sistemi fisiologici e comportamentali, che tendono a mantenere la prossimità alla madre. La sua funzione im- 36

RkJQdWJsaXNoZXIy