Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980

sta pulsione con la coppia degli istinti antagonisti sadi­ smo-masochismo, insieme con la sua teoria del carattere vorticoso dell'istinto. Nel 1943 apparve la sua opera . di sintesi, intitolata Az ember osi osztonei (Les instincts ar­ chaiques de l'homme)2. Il nome o l'opera di iHermann figurano raramente sul­ le pagine della letteratura analitica. Per questo silenzio si potrebbe chiamare in causa l'isolamento dovuto alla nostra lingua. Ma non è così. Fino al 1936 sette lavori di Hermann sullo stesso tema hanno visto la luce in tede­ sco; ebbene, fino alla fine degli anni trenta il tedesco era la « lingua ufficiale » della psicoanalisi. Il silenzio potrebbe spiegarsi anche col fatto che su certe questioni - la pulsione di morte, l'aggressività che vi si ricollega, nonché l'ambito della relazione d'oggetto - Hermann non abbraccia interamente la concezione di Freud. Ma questa non è una spiegazione più soddisfa­ cente. E ciò per due ragioni. Da un lato, è noto che Hermann è un depositario dell'eredità freudiana, e, dopo la morte di S. Ferenczi, il più accreditato continuatore della tradizione della scuola ungherese; d'altro lato, mol­ ti autori hanno punti di vista divergenti sulle questioni inerenti alla metapsicologia freudiana, sulla nozione del­ la pulsione d . i morte, o . sul narcisismo primario; il che non impedisce che essi siano sovente citati. Un autore del genere è precisamente Bowlby. Il nostro studio non può fornire alcuna valida spiega­ zione del silenzio che circonda l'opera di Imre Hermann. · Si limita perciò, nei termini di una discussione, a dare un contributo perché la sua teoria riceva il posto che merita nella letteratura psicoanalitica. I Nelle pagine che seguono cercheremo di confrontare la concezione dell'istinto di aggrappamento di Hermann 34

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