Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
che il glottologo si dice intento a rivelare mentre tratta il lapsus, solo e indifferentemente, come una «perturbazione» prodotta in una catena parlata dagli stessi legami e rapporti che i suoni hanno tra loro - un'altra specie di materia so nora in carne e ossa, ancora traumi e slogature nella paro la. (i. v.). La voce molteplice. Nel Filebo, che è un dialogo sulla · molteplicità del piacere, Socrate introduce un accenno alla voce secondo prospettive che si direbbero già quelle dell'og getto a. « La voce che esce dalla nostra bocca costituisce in un certo senso un'unità, ed è anche infinitamente moltepli ce...» Fra l'uno e l'infinito sorge una struttura numerica, quella della molteplicità, che non si riesce a cancellare; solo di qui, dice Platone, può procedere il discorso. Ma è appunto tale struttura che collega la voce al desiderio. Lacan accenna alla « pulsione invocante», al « se faire entendre» per sua natura diretto verso l'altro. epperò implicante questi gradini o pulsazioni o battiti scalari. Nell'Apocalisse parla la voce dell'Uno ma per dir così « fuori campo», voce assoluta, in differenziabile. Essa non appartiene al discorso, dunque nep pure al desiderio, al piacere; raffigura l'olofrasi estrema, mentre, secondo Socrate, solo la « struttura numerica» ci consente di scrivere e di leggere. In un caso di paranoia esaminato da Freud, il ticchettio dell'orologio accusato dal la paziente noh sarebbe altro che la pulsazione della clitori de: appunto una molteplicità « vocale» che seziona il desi derio.. differenza che lo supporta non meno del sintomo. Omologamente, sul bordo dell'isteria, i sintomi di Anna O. si presentano anche come una successiva alterazione del!'ordine del linguaggio: crescente difficoltà a selezionare, inversione di marcia dalle differenze all'unità. L'Uno non parla. Uno e molteplice, numero e linguaggio, piacere e scienza (almeno nel Filebo) sfilano incrociandosi in un quasi-niente, la a della voce. Negli Ecrits, Lacan cita i versi finali del poemetto di Valéry, la Pythie: « Et sonner cette auguste Voix / qui se connait quand elle sonne / n'etre plus la voix de personne / tant que des ondes et des bois...» Poi ecco che · rileggendola scopro - magari in ritardo su altri, ma è 221
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