Il piccolo Hans - VII - n. 28 - ottobre-dicembre 1980
seduta ideale finisce col diventare non più la seduta bre ve, ma la seduta di un attimo, l'istante di uno sg{iardo in cui il tempo di comprendere è smangiato dal momento di concludere. Per Freud invece l'apparato psichico è « un pezzo di mondo esterno» e si organizza · come una batteria in e stensione di molteplici esteriorità, a · cannocchiale, per usare una sua immagine ricorrente. La verità è un residuo, ein Stuck, il « nucleo di verità storica» contenuto nei deliri degli individui e dei popoli. All'interno della scuola di Lacan questo privilegia mento del fattore tempo non è stato senza conseguenze. Forse qualcosa di tutto questo riguarda la precipitazione dell'Ecole freudienne di Parigi e riguarda anche un'identi.ficazione speculare, �o spazio, una differenza, uno sco- starsi-da che viene annullato nella lastra riflettente dello specchio. L'interdetto sullo spazio riguarda la real tà come immaginario, questo che Lacan ha chiamato un Io ripiegato nella sua busta la cui spedizione in tutto il mondo ha a che fare solo con i fantasmi. Il viaggio di Antonio, il favoloso, terribìle viaggio per nave, interpretato così come appare; Antonio che si ri conosce nel mostro, non ha che l'effetto di bloccare la crescita di Antonio. Antonio non riesce a farsi strada nella vita. A casa gli dicevano che era un « lazzarone» e la sua prima analisi convalida questa idea, un dullard dunque, se è la scelta per il tempo logico a piazzarlo di fronte allo specchio. Antonio dice di sapere di essere intelligente ma di non riuscire a manifestare questa sua intelligenza. L'imma gine del mostro nello specchio si. chiude su Antonio, l'interpretazione della sua prima analisi lo conferma in un essere minorato che solo nella seconda analisi si di sloca finalmente altrove. Minorata è la sorella, di cui Antonio forse si vergogna. In ogni modo questa gioia di« è scoppiata . la guerra» 207
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